Venere abbandonata

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Una volta avevano una vita,
una volta.
Tutto era pieno e denso.
Era carne, pelle e sangue.
Poi una sferzata.
La vita vira, cambia senso,
direzione e rotta.
Vita girata, capovolta.
Tutto langue,
senza consistenza,
si svuota e si perde
in queste desolate lande.
Affievoliscono i contorni,
assuefazione al dolore,
niente partenze, niente ritorni.
Evanescenze.
Bambole di plastica orbe e nude,
usate e abbandonate
come cani ai bordi delle strade.
Sguardo fisso e spento,
perso in un passato presente.
Sfingi di cartapesta,
rande
che non rispondono a nessun vento.
Tutto è fermo e apparente,
tutto tace,
come scintille della brace
sotto la cenere.
Povera venere.
Qualcuno le ha illuse e disilluse.
Qualcuno è passato indifferente
forse distratto,
un altro si ferma, un po’ ci gioca,
un po’ le usa
come onde che battono sui frangiflutti
senza riguardo,
non vince nessuno, perdono tutti.
Abusa.
Poi va via portando via un pezzo d’anima.
Refuso,
A volte le vedi appallottolate
come carta buttata nel cestino,
piccole coquille
in fondo alle pagine del destino.
Postille.
Eppure, per ridare i battiti ad un cuore,
basterebbe solo un po’ di speranza,
forse coraggio,
perché tra freddo e calore,
dolore e gioia,
solitudine e libertà ,
ci passa solo la distanza di un abbraccio.

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