Camelia e Rosa
Se solo potessi andare fuori
per rompere la routine di giorni oziosi,
se potessi come questi fiori,
oscillare al vento
e liberarmi dei pensieri odiosi.
Ondeggiare lento,
addormentare i miei umori.
Ma, ci sono pensieri duri,
eppure liquidi,
appiccicosi
come la paretaria sui muri,
che non c’è modo di estirpare.
E come i lividi
fanno male.
Come quelli che sudi dalla fronte,
si attaccano sulla pelle come desideri impuri.
Se solo potessi andare a mare,
se solo potessi sottrarmi a questa canicola,
se solo li potessi annegare,
se con la brezza li potessi asciugare,
o con una magia Clavicola,
li potessi far semplicemente sparire.
Si potesse, non avrei remore,
non sarebbe ambizione ridicola,
riuscire a fugare il mio demone.
E invece comunque vada,
me ne devo prendere cura,
tenerlo a bada.
È strano, ma talvolta bisogna abbracciare la paura.
E potrebbe sembrare dannazione,
sadica celia,
inutile punizione
come quella di Cupido,
questa flagellazione
con foglie di Camelia.
Che per bellezza forse è prima,
delicata e senza spina,
ma la vita è un’altra cosa,
ti devi pungere per guarire,
non c’è inizio senza fine
che senza profumo e senza spine,
non esiste nessuna rosa.