Mi chiamo Ruben, scusate il disturbo

Mi chiamo Ruben, Jessica, Roberto o come ti pare.
Non importa, ho i nomi di tutti quelli che non vuoi vedere, che non vuoi far parlare perché non vuoi stare a sentire.
Il mio nome è uno qualsiasi del calendario, se vuoi, chiamami pure Rosario.

Scusate il disturbo ,
non era mia intenzione,
avete deciso voi che sono matto,
non è una mia invenzione.
Matto perché parlo con voi e non ascolto le “voci”.
Matto perché lascio libere la mia emozione,
e se non fosse per questa contenzione,
questa costrizione con cui mi avete tenuto a distanza,
se non fosse per i vostri farmaci e fascette con cui mi legate l’anima a questa stanza, vi farei vedere che la malattia mentale è un’invenzione.

 

Tiene a bada la gente libera, quella che non si allinea al vostro mondo, credo, religione, alla vostra percezione di vedere le cose.
Sentite me, prestate attenzione, la poesia è rivoluzionaria e i matti fanno la rivoluzione.

Mi chiamo Ruben, Jessica, Rosario o anche Roberto,
ho un’amore nascosto sotto un tetto,
tra una porta semichiusa e un muro che non conosco.
Ho una casa in un abbraccio e due occhi da orientale,
il silenzio del suo respiro è l’unica voce che vorrei sentire,
che quello sì, mi fa impazzire.

La sabbia bagnata,
i piedi ci affondano
e le orme disegnano
la strada sbagliata.
Le onde che cancellano
l’anima arenata,
la frase a metà e la parola mancata.
Lo dico al mare che mi può capire,
che il mio amore è sconfinato,
che il mio amare non è sbagliato,
è solo un po’ “lento”,
è lontano eppure lo sento dentro.
Sono matto perché solo un matto può amare da morire.

Non sento le voci,
ascolto la disperazione di tutti questi poveri cristi,
schiacciati dalle loro croci.
E se mi vedete parlare al vento,
non vi spaventate,
se spargo queste parole senza senso,
da sembrarvi un ossesso,
mi confesso
a chi non potete vedere.

Ti chiami Ruben, Jessica, Roberto e pure Rosario.
Ti chiamo come vuoi, non ti preoccupare,
le tue parole mi hanno fatto riflettere.
Continua a parlare, non smettere.
Nei tuoi occhi ho trovato da leggere.
Niente di sbagliato,
niente da correggere.
E il mondo che non ha ancora capito,
ti chiama pazzo,
malato di mente.
Nessuno è normale,
ragazzo,
e tu sei malato di niente.

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