Quello che si perde oltre l’orizzonte

La panchina lo sa, quello che si perde oltre l’orizzonte non muore.
E resta sola ad aspettare. Giorni che scivolano via come la sabbia tra le dita.
Giorni che ti fai domande,
scavi dentro come il mare la sabbia,
che senso ha la vita?
Tra pelle e anima
scende un velo,
una coltre,
la mente disamina,
ma non riesce ad andare oltre,
disanima.
Cosa c’è sotto, cosa c’è dietro,
cosa non vedo?
Cosa celo?
Qualcosa turbina e volteggia tra la dolcezza e la rabbia,
come gli albatri in questo cielo, indifferenti al vocio, ai silenzi.
E intanto che le emozioni annegano tra le onde,
e il vento spettina i pensieri.
Perso tra tanta bellezza,
che se non ci sei abituato,
può fare male,
e lo sa bene il sole che innamorato del mare,
ogni sera scende giù per poterlo abbracciare.
Scalza via acredine e si attacca al cuore
come la salsedine alla pelle, come nel firmamento la notte con le sue stelle.
Resti lì senza parole, a volte non ce n’è proprio bisogno,
e sei triste eppure sereno, perché in quell’attimo in cui un puntino rosso scompare,
ti rendi conto che quello che non vedi più,
quello che si perde oltre l’orizzonte
non muore,
illumina altrove,
e domani rinascera’ l’alba e un nuovo sole.

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