Va il sentiero distratto,
quasi svogliato,
striscia,
zigzagando come una biscia
tra i prati ghiaiosi,
i viali angusti,
alberi robusti
dai contorti fusti.
Il Carrube
dai rami nodosi
dal vento frustati,
si staglia solitario sulla rupe.
Si inerpica la vite bassa
sulla schiena della collina,
lasciando un tappeto di foglie per la principessa bambina.
Bofonchia il vento
ricacciando la Bruma,
sta arrivando qualcosa di nuovo,
qualcosa di antico che nemmeno comprende,
qualcosa di buono,
come la gluma
del grano.
La sposa bambina e l’uomo attempato,
all’ombra del Cedro riprendono fiato.
Le membra urlano di dolore,
che dopo tanta strada, tanto errare,
superfluo parlarne.
Non c’è da mangiare
nella casa del pane,
è qualcosa di arcaico
il morso della fame
nella casa della carne. Arrivati lì al confine della cinta del mosaico,
non si sente più il vetusto aramaico.
Il vecchio Carrubbio
indica un fatiscente Stabbio,
decrepito,
prosaico.
Il ranuncolo aggrappato al muro,
sa che quel trogolo
è trono di re,
umile e povero,
lo sa e lo tiene per sé.
Scende la notte e un mantello di stelle,
rischiara il buio nella piccola stanza.
Stanotte non sentirete cherubini cantare,
tra una preghiera e uno spasimo,
solo dolenza,
fiato paglino di bue e un asino ragliare.
È quasi mattino,
la rugiada scende leggera e si posa,
c’è un anziano uomo che chiamarono padre,
una bambina sposa,
ormai bambina madre.
È nato diranno,
è nato un bambino,
in un tugurio col tetto di stelle,
è nato ribelle per definizione,
è nata la speranza,
si chiamerà Rivoluzione.
Leggevo che gli italiani hanno abbandonato il vocabolario e che molte parole sono in disuso. In effetti, leggendo sui social viene un certo scoramento. E poi per caso mi imbatto su questo sito e capisco che non non è tutto perso.
Grazie infinite per le bellissime parole. Qui ci sarebbe da intavolare un discorso lunghissimo, perché in effetti l’utilizzo di parole meno “cangianti”, in un certo senso aiutano la comprensione. Non sono se questo modo di scrivere poi “paga”. Quello che so però, è che a volte dietro una parola si nasconde molto altro. A me non piace spiegare le mie “poesie”, perché credo che al di là del mio sentire di quel momento, altri possano leggere altro. Però in effetti, quasi sempre, alcune frasi o termini che uso, vogliono dire o nascondono altro.
Tutto molto bello
Grazie mille Antonio!
Leggevo che gli italiani hanno abbandonato il vocabolario e che molte parole sono in disuso. In effetti, leggendo sui social viene un certo scoramento. E poi per caso mi imbatto su questo sito e capisco che non non è tutto perso.
Grazie infinite per le bellissime parole. Qui ci sarebbe da intavolare un discorso lunghissimo, perché in effetti l’utilizzo di parole meno “cangianti”, in un certo senso aiutano la comprensione. Non sono se questo modo di scrivere poi “paga”. Quello che so però, è che a volte dietro una parola si nasconde molto altro. A me non piace spiegare le mie “poesie”, perché credo che al di là del mio sentire di quel momento, altri possano leggere altro. Però in effetti, quasi sempre, alcune frasi o termini che uso, vogliono dire o nascondono altro.
Scusa tanto, perché hai virgolettato la parola poesia? Questa è poesia e devi credere nei tuoi mezzi !