Ti voglio bene papà

Ricordo la mia mano da bimbo nella tua da gigante. Mano di terra e fatica, ruvida,eppure… tenera… i tuoi occhi mare nei quali mi perdevo, quando il freddo ci costringeva attorno ad un fuoco, e tu cominciavi a raccontare di imprese epiche, gesta eroiche, ed io chiudevo gli occhi e iniziavo a viaggiare. Li riaprivo e nei tuoi solchi scavati nel viso, leggevo la vita, e allora capivo. Eri tu l’eroe, lo sei sempre stato. Piccolo Grande uomo dalle mani ruvide, ti ho sempre ammirato. Vedi papà, avrei voluto essere come te, avrei voluto avere la capacità di far sentire sicuri e protetti le persone che amo, avrei voluto essere grande e forte, e invece sono ancora quel bambino fragile a cui insegnavi a curare le piantine. Ho ancora tanto da imparare. Sorrido se penso a quante stavi male e non lo dicevi a nessuno, mai un lamento, mai una smorfia di dolore, e poi quando me ne accorgevo, con il sorriso sulle labbra mi dicevi” io sono un attore “. Hai ragione tu, io sono come mamma, e ancora sorrido quando mi dici ” purtroppo si, ma fai conto che sono quarant’anni che la amo”. Ti voglio bene anch’io papà.

Rosario Lubrano

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