Riccio e Medusa

Stavolta la faccio finita, pensava il riccio tra sé. Tristemente, la speranza era svanita. Si avviò così, senza nessun perché, sulla strada in salita verso nessun dove. Vado via da questo bosco che non mi vuole, da questi esseri che mi schivano, da questi esseri che non amo, vado via da questo posto losco e ciò ormai non mi duole. Rimuginando sul suo triste destino, arrivo alla fine della strada, alla fine del cammino. Davanti a sé il cielo azzurro e il mare blu. Trattenne il respiro, chiuse gli occhi e si buttò giù. Un lentisco tentò di afferrarlo, ruzzolò su una pietra, si chiuse a palla ed il corbezzolo capì che non poteva fermarlo come il fiume nella baraggia, un’ultima piroetta e franò sulla spiaggia. Lì, a pochi passi da lui, qualcosa tentava di venire fuori dal blue, e più si sforzava di venir su e più l’onda lo portava giù. Un essere strano, mai visto prima, il riccio lo guardava affascinato. La creatura, sembrava fatta di luce, quasi trasparente. Sotto i raggi del sole, mutava il suo colore, sembrava fatta di niente, ma il riccio le vedeva il cuore. Sulle prime, non seppe che fare, restò per un attimo a guardare quella strana cosa, come gli era capitato in passato, con la rugiada sui petali di rosa. Poi, senza rendersene conto, iniziò a camminare. La creatura non lottava più, si era spenta la sua rabbia, placato il furore, giaceva a due passi dal riccio sopra una coperta di granelli di sabbia. Il riccio era vicino, forse più di quanto avrebbe voluto, ma certe cose vanno al dì là della nostra comprensione, ce ne accorgiamo solamente a fatto compiuto. “cosa sei strana creatura, come ti chiami e quale sventura ti ha portata a prendere una tale decisione? Che tutti i terrestri lo sanno che sarebbe bello nel cielo volare, o come te poter nuotate nel mare”. Disse il riccio. La creatura cominciò a parlare, la sua voce era soave, qualcosa tra gli aculei e l’anima del riccio, cominciò a sobbalzare.” sono anni che nuoto in questo mare. Anni che faccio attenzione, anni che cerco invano qualcuno, vago in ogni direzione, mi è testimone Nettuno, non c’è anima simile e gli altri non li posso toccare, la mia pelle traslucida urtica e fa male. Sempre a fare attenzione,   che se mi vedono hanno paura. E così mi nascondo tra le onde, invisibile, per scelta e per natura, vivere così è indicibile, uno strazio, inammissibile. E chi non ti deride, rifugge in egual misura, si allontana e chiede scusa. Mi sento sola in questo mare, io sono una Medusa”. Tacque.

Il riccio trattenne una lacrima e si fece più vicino. “Dimmi piuttosto tu, cosa ti porta qui, scelta o destino”? Cara Medusa, vengo da un mondo che ti illude e poi ti usa, nel mio mondo sono tutti a giudicare per come sei fuori, vogliono tutti qualcosa, vogliono tutti amore, ma non lo vogliono dare, fanno gli amici quando gli conviene, quando ne hanno bisogno, e poi ridono di me, perché non sono come loro. Ho le zampe corte e il naso lungo, sono lento e sono brutto. Nessuno mi viene a cercare ed io faccio attenzione e mi nascondo per non farli male. Ora sono qui in riva al mare, ma non appartego a questo mondo e l’altro non mi vuole. La colpa è delle mie spine, pungono, fanno male”.
Rimasero così a guardarsi, a guardare l’amore che nessuno gli avrebbe potuto dare. Riccio prese coraggio e disse: “Medusa, non lo fare, non te ne andare, resta qui, ascolta il mio richiamo”. “Riccio, credimi io vorrei restare, ormai è chiaro che ti amo. Non sei brutto, sei una splendida creatura, ma loro non riescono a vedere, non guardano oltre queste spine. Ma noi come possiamo fare, tu di terra ed io di mare”? “Medusa, io questo non te lo so dire, so soltanto che adesso ho voglia di abbracciare, abbracciarti è un bisogno, forse la caduta mi ha fatto svenire e questa non è la realtà, è un sogno. Se tu sei invisibile dove vivi ed io in terra sono un mostro, abbracciami e viviamo in un mondo tutto nostro”.
“Riccio, amore mio, da quando ci sei non voglio più morire, e pure fosse questo il nostro destino, allora facciamolo insieme”.
Fu così, senza esitare, Riccio di terra si fuse con Medusa di mare. Riccio e Medusa saranno sempre assieme. Riccio e Medusa in quell’abbraccio che a voi può sembrare mortale. Se li  volete vedere, Riccio e Medusa ora sono una cosa sola, in un angolo di spiaggia, adagiata su uno scoglio e sulla battigia al sole, troverete il frutto della loro unione, del loro amore, la Stella di mare. Che è Stella di mare, stella d(a)mare, Stella d’amore…

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