La dolce condanna

La dolce condanna .

Quanto inutile silenzio,
dissennatezza, quando
nel vortice dei giorni,
stillicidio delle ore,
quanto bramo dei sensi un armistizio.

Condannato alla tua assenza,
nella speranza che ritorni,
la tua voce, la tua pelle, il tuo odore.

Nel silenzio le voci dentro diventano comizio.
Finirà questa attesa,
siamo un’esigenza,
fine di un supplizio,
cercarci il nostro vizio,
falsa resistenza.

E già sogno,
il benedetto percorso del tuo corpo,
il tocco morbido delle tue mani,
incontenibili di carezze
che vivono sulla tua pelle.

È un bisogno
di baci al volto,
i sussurri di oggi sono i venti di domani,
estive brezze,
tra corpi nudi e coperte di stelle.

Ti voglio, ti voglio ribelle,
non puoi sbagliarti,
perché lo senti anche tu e non puoi condannarmi,
se il mio unico peccato è quello di amarti.

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