Ho una candela nel mio cuore

 

Ho una candela nel mio cuore.

Aria nuova.
Eppure usata,
rafferma, stantia.
Mi fanno male i pensieri,
domati,
datati,
riciclati.
Come i sogni scaduti,
illusi,
caduti,
frenati e franati.
La mente si sofferma.
Poi passa oltre,
li scaccia,
li rinnega,
li schiaccia.
Ma il cuore frena,
rilancia, ribatte,
vi ci si tuffa dentro e quasi annega.
Tira fuori ricordi impilati
come maglioni stipati
sotto naftalina.
Li rispolvera appena,
li disinfetta con una mano leggera di creolina.
Ti si attaccano addosso e non vanno via,
fuggiasco,
inseguito dalla loro scia.
E dentro bruci,
ma l’occhio vede
come abbagliato
da mille luci,
non si accorge del calore,
ti senti sbagliato,
non si accorge del dolore.
Ti percepisce come freddo cristallo di metanfetamina.
E sei uno,
trino
oppure nessuno.
Stearnina,
paraffina,
e sei candela di cera
e loro il tuo filo conduttore,
il tuo fulcro,
il tuo stoppino.
E bruci da dentro
e il fumo avvolge l’anima,
ma nessuno lo vede,
nessuno ti chiede,
nessuno ti crede.
E restano ancora nella mente,
una fila di candele spente.
Alcune fredde, sfatte, morte,
altre ancora con un barlume di luce
che proiettano alle pareti,
ombre storte.
Non mi voglio girare a guardare,
no, non lo voglio fare,
che restino dove sono relegate
nel loro cimitero.
Voglio guardare avanti alla candela accesa,
a quella luce ancora lontana,
ma che negli occhi del mio cuore,
appesa,
ha iniziato a baluginare,
questa fiamma accesa che avanza,
questo sentimento che chiamo amore,
accende la speranza.

Ho una candela nel mio cuore.

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