Chiamami pure perdente

 

Chiamami pure perdente

Chiamami pure perdente

Vuoto a perdere, resto di…
Niente.
Bianco come i vuoti reali,
le strette di mano e gli abbracci virtuali
di tutta questa gente.
Sono stanco.
È bianco che opprime
come un soffitto troppo basso,
senza crepe di luce,
silenzio assordante senza voce,
come un piede senza…passo.
E passo dopo passo
inciampo
senza cadere,
eppure fa male…
Ma cosa vuoi che sia un crampo,
cosa vuoi che sia una storta,
cosa se non mancanza di attenzione,
deficienza di affezione
di chi è abituato al branco.
Io per me voglio abbracci che tolgono il respiro,
amo quella solitudine piena,
che non è piena di solitudine.
Amo l’ascolto più del parlare,
che tanto non mi riesce bene,
che tanto non lo so fare.
Ed odio il bianco,
di queste persone ferme come gesso,
sfiorato da nessuna biro.
Niente.
Se hai bisogno,
chiamami pure, perdente!
Sono vivo e respiro,
immobile, ma viaggio,
sempre viaggio a più non posso,
verso mondi che nemmeno immaginate,
che mi permette di saltare,
anche senza piedi,
qualsiasi fosso,
grazie a quel maledetto vizio che ho, di leggermi dentro
per scrivermi addosso.




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Francesca Imcold
6 anni fa

Leggermi dentro per scrivermi addosso…stupendo pensiero, senza eguali.
Sei fuori dall’ordinario

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